mercoledì 8 agosto 2007

treni ...



Ci sono vari modi di leggere i giornali e di fruire delle cosiddette notizie tele-trasmesse. Tutti perdenti. Probabilmente ha ragione Sbancor quando dice che questo è un paese dove, per conoscere la realtà, bisogna leggere i romanzi. Fatto sta che certe notizie sembrano non avere diritto di cittadinanza alcuna, e in televisione e sulla carta stampata. Qualcosa riesce a trasparire solo sul web, come la notizia che ci sarà un aumento del prezzo del pane e della pasta nell'ordine del 20% circa. Sembra siano finite le scorte, e che il prezzo del grano duro (che in gran parte importiamo) sia andato alle stelle! Curioso, in questa estate del 2007, scoprire che con ogni probabilità aveva ragione l'ingegner Bordiga, a proposito del fatto che "Mai La Merce Sfamerà L'Uomo"! Ma tant'è. Molto meglio preoccuparsi e fare preoccupare della guida in stato d'ebbrezza, e relativa campagna di stampa, adesso affiancata dal problema degli incendi nei boschi. Argomenti principali in questa calda estate dove la sedicente sinistra può sfoggiare tutto il suo bagaglio culturale e proporre così una soluzione da fini giuristi a tutti i problemi che affliggono il paese: la galera! No, meglio non leggerli i giornali, forse. Che si perde sempre!
Però, a volte ......
... A volte ci sono delle parole, di rado dette, assai più spesso scritte, sebbene sempre più sparute e più rare, che sortiscono l'effetto di chiamare in causa, di spingere. Parole, frasi, che ti fanno quasi alzare in piedi, di scatto. E ci riescono perché ti inducono a parlare, a dire, a completare la "trama". Erri De Luca è uno fra quelli che ci riesce più spesso, e meglio. Ti far venire voglia di ricordare. Di scambiare i ricordi. Il tuo per il mio! Ti senti in obbligo, per quanto hai ricevuto, aggratis; e devi - è la legge del dono - ricambiare, apportare qualcosa che possa arricchire quella scheggia di passato che ha guadagnato un'esposizione pubblica. E allora ti viene naturale togliere la polvere a quanto ritenevi smarrito da qualche parte, dentro.
A dare la stura è stato uno scritto (non riesco a trovare altro modo per definirlo): "Sul treno il Novecento in libertà", apparso sul manifesto, per una sorta di rubrica letteraria estiva, a proposito de "I rifugi della sinistra". Credo valga più di una lettura. Per quanto mi riguarda, è servito a riportarmi indietro, sui treni di quegli anni. Treni lunghi, sui quali anch'io ho guadagnato la libertà della fuga. Dove anch'io ho imparato "la classe", la prima e la seconda, e la comunanza del "volete favorire" fatto di pane e salame, di vino e di arance.
Molto più lungo il mio, di viaggio, col mare in mezzo per sovrammercato. Come quella volta che da Messina, il traghetto dovette arrivare fino a Vibo Valentia, per poi trasbordarci su un autobus che ci ricongiungesse alla stazione, e al treno. Reggio Calabria era in rivolta per "Reggio capoluogo"! Ma furono quattr'ore di mare. E dopo un viaggio come quello, salutavi con affetto e trasporto chi ti guardava, magari con l'invidia di te che eri arrivato e lui continuava da Firenze Santa Maria Novella a Dusseldorf! Per poi rifarlo a Natale, a Pasqua, in estate, alle prossime elezioni. In otto, in uno scompartimento. A raccontarsi storie, a commentare le storie raccontate. Come quelle che racconta, e continua a raccontare, Erri De Luca.
Grazie.

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