mercoledì 22 agosto 2007

Eroi dall'Inferno



Un bel tipo, Mike Davis! E non tanto per i suoi splendidi saggi, avvincenti come bei romanzi di "scienza-avventura" (come lui ama definirli), quanto per la qualifica di "sociologo da strada" che gli deriva dalla sua propria storia. Macellaio prima, poi camionista sulle autrostrade americane, ha cambiato mille volte mestiere, fino ad avere una cattedra di Teoria Urbana presso l'Università della California, dove è nato, a Fontana, nel 1946.
Di suo, dovrebbe uscire a settembre, per Einaudi Stile libero, una "Breve storia dell'autobomba. Dal 1920 all'Iraq di oggi: un secolo di esplosioni", dove restituisce il merito della scoperta di cui tratta il libro, all'anarchico Mario Buda, che fece esplodere, nel settembre del 1920, un carro trainato da cavalli e imbottito di dinamite e pezzi di metallo, in piena Wall Street. Ora non so, quanto di questo libro abbia a che fare con il progetto di cui, più volte, ha dichiarato di occuparsi. Una storia del terrorismo rivoluzionario mondiale dal 1878 al 1932. Date molto specifiche!
Il 1878 coincide con l'inizio dell'"età classica del terrorismo". Proprio a partire dal 1878, i bakuninisti di varie nazionalità e i loro "cugini", i Narodniki russi, assumono l'assassinio come una potente arma nella lotta contro l'autocrazia. Il calendario di quell'anno è straordinario. A gennaio, Vera Zasulich ferisce il generale Trepov, il sadico carceriere dei Narodniki. In aprile, Alexander Solovev attenta allo zar e da inizio alla caccia "al re" che culminerà con l'assassinio di Alessandro II, da parte della "Volontà del popolo" nel 1881. A maggio e a giugno rispettivamente, gli anarchici Holding e Nobiling attentano a Berlino alla vita del vecchio Kaiser, servendo da pretesto a Bismarck per reprimere i social-democratici tedeschi. In autunno Moncasi tenta di uccidere re Alfonso XII di Spagna e Passanante, nascondendo un pugnale avvolto in una bandiera rossa fa lo stesso con il re d'Italia. L'anno si conlude con l'isterica enciclica del papa Leone XII sulla "mortale pestilenza del comunismo". Il terrorismo segue al "funerale" delle speranze deluse per le insurrezioni fallite in Russia, Andalusia e nel Mezzogiorno italiano. Il terrorismo, in altre parole, era una risposta al doppio fallimento del Balnquismo urbano e del Garibaldinismo rurale.
Così il 1932 vide l'ultimo tentativo, da parte degli anarchici italiani, di uccidere Mussolini. Il Fascismo e lo Stalinismo riescono dove gli altri regimi hanno fallito, portando sull'orlo dell'estinzione il movimento rivoluzionario.

Dice Davis, in un'intervista: "L'ispirazione per questo progetto mi è venuta leggendo la magnifica "Storia dell'Internazionale Comunista" di Pierre Broue, del 1997. Come Victor Serge e Isaac Deutscher, Broue scrive nell'idioma quasi estinto dell'opposizione di sinistra. La sua storia è un appassionante rappresentazione coinvolgente, a volte quasi insopportabilmente intenso, della tragedia shakesperiana di una generazione rivoluzionaria decimata da Stalin ed Hitler. Egli ci consegna la memoria, il coraggio e la grandezza di uomini e donne straordinari. Broue mi ha stimolato a guardare a gruppi anche più fuori moda e politicamente scorretti: gli angeli vendicatori che affrontavano re e capitalisti, con in mano la bomba o il pugnale. Paria emarginati dalla sinistra, anche dall'anarchismo "rispettabile". Voglio comprendere l'architettura morale del loro universo, così come voglio capire la ripercussione dei loro atti. Così facendo, fra l'altro, ora sono inevitabilmente tirato dentro la periferia del dibattito circa quella sinistra categoria: terrorismo ..."

Il luogo dove nasce il "terrorismo classico" è il Muro dei Federati, contro il quale, a Pére Lachaise, vengono fucilati gli ultimi Comunardi. "La tua storia, borghesia, è scritta su questo muro. Non è un testo difficile da decifrare" - scrive in un poema Eugéne Pottier. Il massacro di trentamila operai parigini, con l'approvazione pressoché totale delle classi medie, è stato lo spartiacque morale nella storia europea del lavoro. Insieme ad altre susseguenti atrocità, come le esecuzioni di massa in Russia, l'omicidio degli internazionalisti a Cadice nel 1873, la soppressione violenta dell'ondata di scioper del 1877, e l'impiccagione di Haymarket. Tutto questo convinse molti rivoluzionari che il terrore andava combattuto col terrore. E anche se la vittoria poteva sembrare impossibile, la vendetta era meglio che niente!
Allo stesso tempo, i rivoluzionari erano frustrati dalle condizioni sociali immature che impedivano un lotta di classe di ampio respiro. L'artigianato europeo era in agonia ed ancora non c'era, tranne che in Inghilterra, un proletariato industriale moderno. Gli sioperi venivano schiacciati o finivano catastroficamente, come quello raccontato da Emile Zola in "Germinal". In questo contesto, la strategia, consigliata da Marx, di organizzarsi con pazienza e accumulare le forze, sembrava esaperantemente lenta per chi, come i giovani artigiani, doveva scegliere fra la fame, l'emigrazione e il crimine.
Ma non serve semplificare, dicendo che l'anarco-terrorismo del 1880-1900 era la "danza di morte" dell'artigianato europeo. Parimenti, l'approccio "criminologico" allo studio dell'anarchismo ha fatto bancarotta. Anzi, si può affermare che la violenza ha rappresentato non tanto una "criminalizzazione" del movimento operaio, quanto piuttosto c'è stata una politicizzazione senza precedenti degli strati criminali del proletariato urbano.
C'è un terrorismo simbolico-morale, di cui si fanno carico sia dei personaggi solitari, come Ravachol o Bresci, col supporto di pochi amici, sia cellule autonome con una ventina di membri. Su questa scala non si intraprendono lunghe campagne. La sequenza tipica è quella dell'atto di vendetta, la morte del vendicatore, poi un'ulteriore vendetta per la sua morte. A volte il ciclo si ripete.
Ravachol vendica i lavoratori massacrati a Fourmies con una serie di bombe contro pubblici ministeri e giudici. Dopo che viene giustiziato, Meunier fa saltare in aria il ristorante Very, Leauthier pugnala il primo borghese che incontra per strada (si rivelerà essere un ministro Serbo) e Vaillant lancia una bomba alla Camera dei Deputati. Quando Vaillant viene ghigliottinato, viene vendicato da Henry che fa saltare in aria il Café Terminus ed una stazione di polizia. L'arresto di Henry fa infuriare il critico d'arte Feneon che piazza una bomba nel Café Foyot, che per ironia della sorte ferisce l'anarchico Tailhade (il quale, nondimeno, approva l'azione). Infine, Caserio pugnala a morte il presidente della Francia, Sadi Carnot.
Il terrorismo espropriatore consta di due sottocategorie. Da una parte, le celebrate bande di anarco-fuorilegge come "I lavoratori della notte" di Jacob e la Banda Bonnot, a Parigi, e i desperados di Severino Di Giovanni a Buenos Aires.Dall'altro, più anonimi, sebbene non meno leggendari, i gruppi che rapinavano banche a beneficio delle loro organizzazioni politiche o sindacali. Il più famoso esempio è quello della cellula composta da socialisti rivoluzionari di sinistra, anarchici e bolscevichi, guidati dal misterioso "Pietro il Pittore", che compirono il "Tottenham Outrage" nel 1910, l'"Houndsditch Murders'" nel 1910 e che, nel 1911 durante il "Sidney Street Siege" , riuscirono a sfuggire, sparando con le loro Mauser, a Winston Churchill e alla Guardia Scozzese. Ma anche Ascaso e Durruti, i "Butch Cassidy e Sundance Kid" dell'anarchismo spagnolo, che passarono per Cuba, Messico ed Argentina nei primi anni 20.



Il terrosimo difensivo si presenta in condizioni di semi-guerra civile, quando lo stato ed i padroni attuano l'omicidio sistematico dei leader politici e sindacali e, nel frattempo, mantengono una facciata di democrazia elettorale. Era la situazione a Barcellona, dal 1917 al 1921, e in Germania fra il 1919 e il 1923, dove Max Hoelz guidò una banda di anarco-comumisti che rapinava banche, rapiva i proprietari, saccheggiava le case dei padroni e liberava prigionieri politici
Non sempre le azioni terroristiche si sono risolte in un effetto boomerang contro il gruppo che le ha compiute. Alcuni storici della prima rivoluzione cinese, ad esempio, accreditano agli anarchici degli "Eastern Assassination Corps" il merito di aver accelerato la decomposizione del potere della dinastia Qing. Nello stesso periodo, l'assassinio a Lisbona, nel 1908, del re portoghese da parte dell'anarchico-repubblicano Carbonari, spianò la strada alla rivoluzione dell'ottobre 1910. E ci si può rammaricare del fatto che gli anarchici italiani non riuscirono ad uccidere Mussolini, o che il KPD (il partito comunista tedesco) dopo il 1933 fosse dogmaticamente contrario all'omicidio politico.
Però, considerando il più "riuscito" singolo atto terroristico nella storia europea: l'esplosione della cattedrale Sveta-Nedeia a Sofia nel 1925. Un gruppo misto di comunisti e agrari di sinistra riuscì a piazzare una bomba durante il funerale di un generale, ucciso pochi giorni prima in un agguato anarchico. Sebbene non fosse presente il re Boris, la maggior parte della classe dirigente bulgara si raccolse nella cattedrale. L'esplosione uccise undici generali oltre la sindaco di Sofia, al capo della polizia e ad altre 140 personalità. E' stato l'unico caso di "terrorismo classico" portato a termine da un membro del Comintern. E il risultato fu il disastro: un nuovo regno del terrore che decimò la sinistra bulgara ...

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