lunedì 12 marzo 2007

prevedibilità

"Mi viene in mente un personaggio di un romanzo di John Barth. Aveva giurato di essere sempre imprevedibile nel proprio comportamento. Poi si rende conto di un paradosso: l'imprevedibilità totale è uno schema prevedibile! Quindi decide di violare la regola dell'imprevedibilità in una sola categoria: ciò che mangia a colazione. Mangerà tutti i giorni la stessa cosa. In questo modo, quel bruscolo di prevedibilità, nel suo mare di imprevedibilità, impedirà alla casualità del suo stile di vita di essere prevedibilmente imprevedibile."

Paul Di Filippo

2 commenti:

Riccardo Venturi ha detto...

Non ho letto il romanzo di John Barth (a proposito, come si chiama?) ma ci avrei qualcosa da dire su questa cosa. Che assomiglia, a mio parere, al famoso gatto che si morde la coda.

Il ragionamento che faccio è questo. Poniamo che io sia una persona "totalmente imprevedibile", come il protagonista del romanzo, e che mi accorga che l'imprevedibilità assoluta (la quale, per altro, non esiste nemmeno a cercarla con il lanternino!) è a sua volta una cosa prevedibile. Decido quindi di crearmi un "bruscolo di imprevedibilità" e tutti i giorni, a colazione, mi bevo un caffellatte. Solo quello fino all'ultimo dei miei giorni.

Questo bruscolo di prevedibilità spezza quindi l'imprevedibilità prevedibile, ma a sua volta diviene anche una cosa imprevista (e quindi imprevedibile) rientrando quindi a pieno diritto nella prevedibilità. Diventa, cioè, una cosa del tutto inutile.

Chi si dichiara "totalmente imprevedibile" mi fa lo stesso effetto che a te faceva il Formaggino quando si dichiarava sempre "sovversivo". Studiare una cosa a tavolino per "spezzare la prevedibile imprevedibilità" è un volersi riaffermare imprevedibile a tutti i costi. Ed è secondo me una buffissima cosa. Ognuno di noi, nella realtà, ha una parte imprevedibile che è altrettanto importante di quella prevedibile. Entrambe le parti possono essere ora piacevoli, ora spiacevoli; ma cercare di modificarle artificialmente, di intervenirvi sia pure con un caffellatte, non ha ragione di esistere.

Salut!

BlackBlog francosenia ha detto...

Il romanzo di Barth dovrebbe essere: "La fine della strada" edito da minimum fax!

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