martedì 9 gennaio 2007

le sedie di potop



Uno strano libro, quello di Marco Codebò, edito per "Manni", casa editrice in quel di Lecce. "Via de' Serragli", scritto male per la verità. Senza l'apice e con la "i" a chiudere la congiunzione per il genitivo. Ma gli si perdona, all'autore, nato in quel di Genova e, dal 1993, lettore in quel di Los Angeles! Come mi si perdoni il fatto che ne parlo adesso, anche se il libro l'ho letto da qualche anno, e non è più tanto reperibile. Almeno così credo!
Uno strano libro, dicevo, più simile a quel che scrive Ico Gattai, a proposito di Lotta Continua, che a quel che dovrebbe scrivere uno della mia generazione. Nato nel 1952, l'autore! Ma la freschezza dovrebbe essere un pregio. Almeno così io credo, e di freschezza ce n'è! Fra calcio italiano, football anericano, politica degli anni settanta e movimento no-global, passando per il sub-comandante Marcos, e molto altro. Però il cuore me lo toccano quelle riunioni in Via de' Serragli, in Santo Spirito! Le riunioni nazionali, tenute mensilmente. Ma la cronaca verosimile, fra un "compagni, per favore!" ed un "cominciamo, compagni!", ed un rammentar "le compagne di rara avvenenza", è sciupata da un'inezia: non descrive le sedie di "potere operaio" di Via de' Serragli! Non contrappone quei piccoli capolavori di falegameria alle "panche lignee" della sede genovese! Ebbene, le sedie di potere operaio sembravano fatte per tutto, tranne che per seguire una riunione politica. Sedie pieghevoli, comodissime. Provenienti, con ogni probabilità dal cineforum, dismesso in quegli anni, che aveva sede nel cenacolo di Sant'Apollonia. Lo schienale alto, di legno scuro. Eleganti. Se ne mettevi due insieme, una di fronte all'altra, ti ci potevi addormentare sopra. Ricordo che le ebbi in eredità, per la sede del collettivo Jackson, in Via de' Macci. Anche trasportate da Santo Spirito in Santa Croce, non persero mai quella loro complicità soporifera, restituendo un sapore diverso a più di una banda di matti. Checché se ne dica!

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