martedì 30 gennaio 2007

grazie Ico



Sul Blog di Ico Gattai, di cui ho già scritto a proposito del suo libro, "Mamma, dormo fuori", c'è una "Tristissima Storia". La riporto pari pari, credo ne valga la pena!

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"Un bravo tipo mi dice: scrivi un pezzo su Franco Serantini, 2000 battute, in prima persona.
Sarà pubblicato su ......... (un quotidiano nazionale).
Paranoia. Un morto che parla. Mi documento abbastanza e m'arrovello nella futura vergogna.
Qualche ricerca, qualche chiaccherata tattica e il pezzo è pronto.
Non sarà mai pubblicato, le ragioni immaginatevele voi.
Anzi lo pubblico io, ora, qui.

ANNI VENTI

Pisa 5 maggio 1972.
C’hanno arrestato in nove.
Quattro greci, due giordani e tre italiani.
A raccontarla così sembra l’inizio d’una barzelletta.
E invece no. Oggi la città è una piazza d’armi, le vie sono riempite da centinaia e centinaia di tutori dell’ordine.
Il governo ci ricorda una volta per tutte che anche qui lo Stato è lo Stato e che, costi quel che costi, il comizio elettorale del msi s’ha da fare.
Garantiscono il diritto di parola ai fascisti nel centro di Pisa: per noi è stata da subito una provocazione intollerabile.
A chi sostiene che non è un comizio fascista, a chi dice che il movimento sociale è un partito come gli altri, chiediamo: come può codesto partito avere per segretario il signor Giorgio Almirante?
Iniziano gli scontri e non c’è partita.
I lacrimogeni volano sui lungarni, arrivano anche dentro al municipio, la legge ogni tanto si piega all’emergenza e oggi loro vanno oltre le righe perchè oggi possono.
Oggi andrà male. L’onorevole Niccolai farà il suo comizio in una piazza del centro, circondato dallo scudo protettivo di centinaia di celerini in assetto antisommossa. I pestaggi abbracceranno tutto il centro storico.
Vai e massacra.
Ci sarà un morto. Io. Franco Serantini. Anarchico. Nato a Cagliari il 16 luglio 1951. Attualmente domiciliato in regime di semilibertà in un istituto di rieducazione a Pisa. Senza famiglia e senza parenti.
Pensate un po’ che poteva anche andarmi peggio, potevo morire una volta di più: domenica mattina, dopo una quarantina d’ore d’agonia, non faccio in tempo a morire che già nel pomeriggio dal carcere sono così premurosi di farmi trasferire al cimitero, ma un impiegato comunale, verificando l’assenza di permesso da parte della Procura della Repubblica come la legge impone, ha negato il nullaosta verso l’oltretomba.
Forse che il mio corpo tumefatto in ogni centimetro di superficie non era un bello spettacolo nemmeno per lorsignori, de sempre allergici al colore rosso?
Ora sono sottoterra e un morto non esce dalla fossa."


Gelidi saluti da una città in cui avevo trovato la vita.

(Ico Gattai)
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3 commenti:

ico gattai ha detto...

Grazie Franco.
Sapevo già di Renzo Vanni e del ritrovamento di cui Serantini fu tra i primissimi diffusori. (è tutto su Il Sovversivo di Stajano ristampato di recente dalle edizioni bfs-bibloteca franco serantini).
Comunque far parlare i morti in prima persona è un po' una balordaggine acchiappacuorifreschi, l'ho fatto su commissione precisa (una volta tanto avevo un compitino per casa). Sono curioso di leggere se sul quotidiano in questione apparirà qualcosa del genere (a quanto so doveva essere una serie di storie d morti di piazza di diverse città). Allegria!
A risentirci a presto.
Ciao.

BlackBlog francosenia ha detto...

Non so, Ico, ma credo che il parlare in prima persona, o meno, attenga allo stile. E, da quello che ho letto, codesto è il tuo stile! Certo, quando lo si fa con i morti, sortisce un certo effetto. E ti confesso che anche a me i morti che escono dalla fossa (anche se a cantare bandiera rossa) mi fanno pensare ai film di Romero. E mi fanno ...impressione!
Ma poi, di quale giornale si trattava? ;-)

salud

ico gattai ha detto...

è un quotidiano di sinistra.
(uno dei due o tre in Italia....)
un bravo amico mi chiese espressamente una cosa su Serantini in prima persona (morto che parla) non doveva superare le 2000 battute. Superato l'imbarazzo, feci il lavoretto.
Che però non convinse il committente. Pace.