martedì 7 novembre 2006

vecchie canzoni, vecchie storie



"Quello che non ho è un treno arrugginito......"

E per una volta, il treno, come nella canzone di Paolo Conte, dovrebbe andare all'incontrario! Da Catania a Bergamo. Perchè, per la prima volta in vita mia, ho conosciuto un emigrante. Un emigrante inconsueto. Un camionista che ha lasciato la sua città natale (Bergamo, per l'appunto) per stabilirsi a Catania. L'ho conosciuto in un bar del porto. Era appena sceso dalla cabina del suo camion, dove gli faceva compagnia, sul sedile accanto, un enorme panda di peluche. Aveva appena finito di sganciare il container. Uno dei tanti container che lo attendono nei vari angoli della Sicilia, per essere portati sui moli del porto di Catania, in attesa di imbarco verso Ravenna. Abbiamo attaccato discorso, grazie alla mia gatta nella sua gabbietta. C'è complicità, di solito, fra le persone che amano i gatti. Parlava in perfetto siciliano, con degli strani intercalari. Era arrivato lì, trent'anni prima. Ci si era trovato bene. C'era rimasto. "Qui c'è lavoro". - la sua spiegazione.

" per fortuna che al braccio speciale c’è un uomo geniale che parla co’ mme "

Lo "zio Mimmo" l'ho conosciuto quest'estate, sulla nave che da Catania mi riportava a Ravenna, appena finite le ferie. Mi ha anche detto come si chiamava veramente. Ma non importa. La Sicilia e il sud, tutti i sud, sono fatti di tante cose. Una di queste cose sono gli "zio Mimmo". Essi si pongono come una sorta di compendio di un modo di essere, che è tanto siciliano, meridionale, quanto il fico d'india, quanto la granita di mandorle. Ti fa capire più uno "zio Mimmo", circa le dichiarazioni di Fabrizio De André a proposito della mafia (che tanto scandalo fecero, a suo tempo), e sulla "mafia" in generale, di qualsiasi cronaca letta sui giornali e di mille film girati sull'argomento. "Se ti serve qualcosa, fammelo sapere"! - Detto senza ammiccamenti. Pronunciato niente affatto col tono di chi richiede qualcosa in cambio. Una sorta di redistribuzione fatta a partire dalla simpatia, piuttosto che da un senso di giustizia. Un bisogno prepotente di essere riconosciuto come "potere buono". Ti lasciano perplesso gli "zio Mimmo", ti mandano il dolce e la bottiglia di whisky in cabina, praticano il potere senza l'arroganza, manifestano umana gratitudine a fronte dell'instaurarsi di una comunicazione.Ti danno da pensare.

- 5 Novembre 2000 -

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