giovedì 16 novembre 2006

sei parole



Ernest Hemingway una volta scrisse un racconto in sei parole: "vendesi scarpe da bambino, mai usate", e pare anche che dichiarò di considerarlo la sua opera migliore. Su questa idea la rivista americana Wired ha chiesto a trentatré scrittori, sceneggiatori, registi e attori di cimentarsi in questo particolare genere letterario. Una sola regola: il racconto deve essere lungo sei parole, non una di più, non una di meno. Punteggiatura quanto basta.
Una scelta dei racconti è stata pubblicata sulla rivista. Ne erano avanzati cinquantanove, ma sono ora disponibili sul web, insieme agli altri.
Fra i partecipanti, scrittori come Charles Stross ("Internet prende coscienza? Ridico-— connessione interrotta") e David Brin ("Dinosauri sono tornati. Vogliono indietro petrolio"), che ne ha scritti addirittura una decina! Ma anche attori come William Shatner ("Test fallito, università sfumata, inventato razzo") o produttori come Ron Moore ("Cantina? Porta per... ehm inferno, temo") o Joss Whedon ("Abito tolto delicatamente. La testa meno").
L'effetto a volte è affascinante. Come nel microracconto di Neil Stephenson, che scrive "Tic Tac Tic Tac Tic Tic". Oppure Rudy Rucker, con "Il pene si stacca; è incinto!", o ancora Charles Stross, con "Osama viaggia tempo. Presidente Gore preoccupato".
Per leggere tutti i racconti di Wired l'indirizzo è: wired.com/wired/archive/14.11/sixwords.html.
(fonte: www.fantascienza.com)

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