martedì 17 ottobre 2006

chitarre & musei


"In Via del Campo si trova il negozio di dischi in cui è conservata ed esposta la chitarra Esteve appartenuta a De André; fu messa all'asta dalla famiglia poco tempo dopo la morte del poeta-cantante e il ricavato fu donato in beneficenza.
L'emporio costituisce una sorta di museo: i passanti possono ascoltare sommessamente le note delle canzoni di Faber mentre in vetrina sono esposte le copertine originali di tutti i dischi pubblicati dal cantautore.
Il proprietario/fondatore del negozio/museo Gianni Tassio, da sempre grande estimatore ed amico di Faber, è morto nel 2004, ma l'opera di rinnovare il ricordo di Fabrizio continua per mezzo della moglie."
(da http://it.wikipedia.org/wiki/Via_del_Campo_(Genova))



Buonasera,
scusatemi se mi rivolgo a voi, ma proprio non sapevo a chi altri avrei
potuto scrivere queste mie povere righe. Si dice in giro che da queste
parti ci abita gente che coltiva un grande amore per quella persona
speciale che di tanto in tanto mi prendeva fra le braccia e mi
lasciava parlare. Una volta ha scritto anche che gi piaceva pensare
che dove finivano le sue dita cominciassi io, oppure un'altra come me;
che è lo stesso!
Non sono brava a scrivere. Anzi, non è che poi sia brava in molte
cose. Diciamo che sono brava a "farmi suonare", ed anche quello, a ben
vedere, non è che sia proprio merito mio. Sì, qualcuno dice che ho un
bel suono; ma credo, onestamente, che se non fosse stato per quel
signore dalle lunghe dita delicate, di me non si sarebbe accorto
proprio nessuno! Né io sarei qui a cercare di comunicare con voi.
Bisogna che vi dica alcune cose: ce l'ho nelle corde!
Innanzitutto non sono affatto quella che credete, quella che si vuol
far credere che io sia. Fra quel signore e me non c'era affatto un
rapporto monogamico. "Mutatis mutandis", possiamo dire che ero la
preferita in un harem di concubine. Niente di più, niente di meno.
Certo l'amavo. Questo è sicuro. Ma, se devo essere sincera, devo dire
che amavo più la sua voce, che sapeva farmi vibrare all'unisono, di
quanto amassi le sue mani che pure sapevano muoversi con maestria sul
mio unico braccio. E la cosa va ad onore della voce, non certo a
disdoro delle mani!
Ora ho saputo che sono stata messa all'asta. Ho saputo che esiste
gente disposta a sborsare un cifra che s'aggira intorno ai quaranta
milioni! C'è chi mi vuole per appendermi come un trofeo - una testa di
cinghiale! - alla parete del salotto di casa sua. Altri mi vorrebbero
per chiudermi fra due pareti di vetro, in uno stretto fondo di via del
campo, ricolmo di effigi di quel signore cui è intitolato questo
spazio che mi sono permessa di invadere. A dirla tutta, non mi pare
che, comunque, mi aspetti un bel destino! Se posso dire la mia, da
strumento qual sono, non mi piace! Mi verrebbe voglia di strapparmi
tutte le corde, all'idea!
In fondo sono solo una chitarra, e sono nata per essere suonata. E non
ho avuto in sorte di essere la chitarra - chessoio - di Mauro Lusini
(quello che "non vivrei, senza questa mia chitarra non vivrei...."), e
il signore che mi suonava, di tanto in tanto, ha sempre ritenuto che
io fossi nata per essere suonata, per l'appunto. Finchè mi restavan corde!
Ora lui non mi può più suonare. E' un fatto! Ma credo, per quella
conoscenza che ho avuto di lui, attraverso le sue dita, che avrebbe
preferito che fossi data in regalo ad un ragazzino brufoloso che,
forse, avrebbe potuto imparare a muoversi sui mie tasti, piuttosto che
essere infilzata con uno spillone per farmi esporre, come simulacro,
in quella caricatura di museo, come un investimento per far entrare
soldi nelle tasche di quel simpatico maneggione che lo gestisce!
Ho poco altro da aggiungere. So già che il mio destino è segnato e,
difficilmente, verrò ancora suonata da qualcuno, con amore.
Solo una mesta riflessione, alla fine di questa mia unica "opera"
fatta solo di parole: Il cantore è morto! Ucciso (tutti moriamo
uccisi, in qualche modo!). La strada gliel'hanno intitolata! La "sua"
chitarra sta per essere messa in un "museo". Quando anche le sue
canzoni saranno prese e attaccate con un spillo al passato, voi tutti
sarete ancora più poveri e soli e derelitti!

con affetto
la chitarra di Fabrizio De André
Venerdì 29 Dicembre 2000

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