giovedì 28 settembre 2006

Non c'è tempo per amare



Giovanni. Eppure me l'avevano detto che era tornato. Tornato!? Non riuscivo a crederci, quando mi avevano detto, così come per caso, che era stato visto mentre girava dalla parti di San Lorenzo. Difficile crederci. Anzi, meglio non crederci, quando era emersa la descrizione delle sue ...condizioni. Sì, si aggirava. Era il modo giusto per fotografare quello che sembrava essersi ridotto ad un...barbone fuori di testa. Camminava parlando da solo. E non dava l'idea di riconoscere nessuno, di primo acchito. E quando, alla fine, acconsentiva a ricordarsi, la cosa sembrava non interessarlo più di tanto. Così mi dissero!
Poi, me lo tolsi dalla mente. Giovanni che avevo conosciuto cinque anni prima. Si era fatto avanti, deciso a "far politica", da apprendista operaio. Avevamo fatto un viaggio insieme, una volta. Passando per la Sicilia, l'avevo ospitato a casa dei miei, poi avevamo raggiunto Salerno, per l'apertura del "processo Marini" che era stato subito richiuso e spostato a Vallo della Lucania, ma questa è un'altra storia. Era taciturno Giovanni, non parlava molto. Poi ci perdemmo leggermente di vista. La sua, una storia delle tante. Una delle tante nostre storie. C'era una cascina da qualche parte nel Casentino, e venne scoperto un piccolo e povero deposito di armi. E tutti i frequentatori della cascina si ritrovarono a dover scappare. E giovanni scappò. Fece un lungo giro per l'Italia e poi sparì. Speravo avesse riparato in Francia e, invece, tempo dopo mi ritrovai a guardare una sua foto in un articolo che faceva il suo nome e raccontava di una "gambizzazione" di un professore universitario e dell'arresto di alcune persone che erano state arrestate. A Dublino!
No, non mi aspettavo di rivederlo troppo presto Giovanni! Così come non mi aspettavo di sentire la sua voce quando risposi al telefono che suonava. E invece era proprio lui. La voce era quella di sempre, tranquilla e quasi sussurrata. Parlava con la sua solita calma, ma raccontava di essere stato cacciato dalla casa della sorella - l'unica parente che le rimaneva. Raccontò che l'aveva aiutato la "caritas" e che adesso aveva un posto dove stare, anche se non si trovava in condizioni troppo floride. Quando lo invitai a venire a cena, per la sera dopo, si premurò di avvertirmi che non mangiava carne di maiale. Era musulmano!
La sera dopo venne, e mi raccontò il resto. Mi disse di come passava le giornate in Irlanda prima dell'attentato, chiuso in una qualche casa, senza quasi mai uscire. Mi parlò di un amore che c'era stato e poi non c'era stato più, con una smorfia di rammarico. Mi parlò del carcere irlandese e della sua crisi depressiva, da cui era uscito grazie all'islam. Mi disse tutte queste cose e altre e si accese una strana luce dentro i suoi occhi quando si soffermò a parlarmi dei militanti dell'Ira, rinchiusi nel suo stesso carcere. Loro non parlavano altro che fra loro, e la sera, prima che venissero spente le luci delle celle, la galera rimbombava del loro grido corale: "Our Time Will Come".
Poi mi chiese, accorgendosi della mia sterminata collezione di dischi, se potevo fargli ascoltare una canzone. La cantava Christy Moore, era nel primo disco dei "Moving Hearts".

Non c'è tempo per amare
di JACK WARSHAW

Voi la chiamate legge,
Noi la chiamiamo segregazione, internamento, coscrizione, divisione e silenzio
E' la legge che fanno per tenerci dove ritengono che dobbiamo stare
Loro si nascondono dietro acciaio e vetri antiproiettile, protetti da mitra e spie
E vengono a dire a noi, che abbiamo subito gas lacrimogeni e tortura, che il torto è nostro

CORO:
Non c'è tempo per amare se vengono al mattino
Non c'è tempo per mostrare lacrime e paura il mattino
Non c'è tempo per gli addii non c'è il tempo di chiedere perché
E il suono delle sirene è il grido del mattino

Hanno sofferto la tortura, sono marciti in cella, sono impazziti, hanno scritto lettere e sono morti
Hanno subito una pena indicibile, ma è stata la solitudine ad aver ragione di loro
E i tribunali hanno dato loro quella giustizia che è amministrata da assassini di buone maniere
Qualche volta hanno combattuto per la volontà di sopravvivere, ma il più volte delle volte
hanno desiderato di essere morti.

CORO

Sono venuti a prendere Sacco, Vanzetti, Connolly e Pearse tempo fa
Sono venuti per Newton e Seale, per Bobby Sands e per alcuni dei suoi amici
A Boston, a Chicago, a Saigon, a Santiago, a Varsavia e a Belfast
E in posti che non fanno mai notizia, l'elenco è infinito

CORO

I ragazzi vestiti di blu sono solo alcuni tra i tanti sbirri di guardia ogni giorno
Quelli del C.I.D., gli informatori e le spie fanno altrettanto bene il loro lavoro
Dietro di loro ci sono quelli che intercettano le telefonate, fotografano,
programmano computer e file
E poi c'è quello che dice loro quando venire a prenderti e portarti in cella

CORO

Tutti quanti voi che date alle nostre sorelle e fratelli la forza di continuare a lottare
Loro vi dicono che vi abituerete a questa guerra, e il che non significa che la guerra non
sia già iniziata
Il pesce ha bisogno del mare per sopravvivere, proprio come la vostra gente ha bisogno di voi
E lo squadrone della morte potrà raggiungerli solo se prima farà fuori voi.

CORO


3 commenti:

BlackBlog francosenia ha detto...

Il testo originale della canzone:

No Time For Love
Jack Warshaw

You call it the law, we call it apartheid, internment, conscription, partition and silence.
It's the law that they make to keep you and me where they think we belong.
They hide behind steel and bullet-proof glass, machine guns and spies,
And tell us who suffer the tear gas and the torture that we're in the wrong.

CHORUS
No time for love if they come in the morning,
No time to show tears or for fears in the morning,
No time for goodbye, no time to ask why,
And the sound of the siren's the cry of the morning.

They suffered the torture they rotted in cells, went crazy, wrote letters and died.
The limits of pain they endured - the loneliness got them instead.
And the courts gave them justice as justice is given by well-mannered thugs.
Sometimes they fought for the will to survive but more times they just wished they were dead.

CHORUS

They took away Sacco, Vanzetti, Connolly and Pearce in their time.
They came for Newton and Seal, Bobby Sands and some of his friends.
In Boston, Chicago, Saigon, Santiago, Warsaw and Belfast,
And places that never make headlines, the list never ends.

CHORUS

The boys in blue are only a few of the everyday cops on the beat,
The C.I.D., Branchmen, informers and spies do their jobs just as well;
Behind them the men who tap phones, take photos, program computers and files,
And the man who tells them when to come and take you to your cell.

CHORUS

All of you people who give to your sisters and brothers the will to fight on,
They say you can get used to a war, that doesn't mean that the war isn't on.
The fish need the sea to survive, just like your people need you.
And the death squad can only get through to them if first they can get through to you.

CHORUS

Jack Warshaw ha detto...

I didn't know my song was appreciated in Italian. Grazie
Jack Warshaw

BlackBlog francosenia ha detto...

Grazie a te, per averla scritta!