lunedì 21 agosto 2006

prigioni



Questo che segue, è il testo di una canzone di Giovanna Marini, scritta intorno al 1973, se non ricordo male. Faceva da lato-B ad una ballata per Giovanni Marini, allora in carcere accusato di essersi difeso da un'aggressione fascista.

Voglio la mia libertà
Due guardie mi vennero a prendere a casa
c'era mia madre vestita di nero.
Di corsa le scale coi polsi legati
su un cellulare: una gabbia di ferro.
Gli occhi fissavano nella mia mente
quel pezzo di strada della mia borgata.
Ti senti un oggetto, ti danno del tu
tu non puoi parlare, non puoi pensare.
un numero al posto del nome di sempre,
le impronte invece di firmare.
Non puoi far niente
ascolti e taci
fino a negare te stesso.

Spiare la luce del sole da terra
con gli occhi fissi senza speranza.
nella cella gelata non puoi fare un passo,
ti guardi intorno: niente e nessuno.
E non hai più sole non hai più luna,
solo un pezzo di cielo, solo dei sogni.
Percosse e grida rimbombano sui muri
in un silenzio più vuoto del buio.
Nell'arsa mia gola un grido si ferma,
coscienza che sale di cose mai pensate:
un'ingiustizia,
non puoi accettarla;
voglio la mia libertà.

- Giovanna Marini -

1 commento:

Anonimo ha detto...

E ci ho fatto sopra una pagina:

https://www.prato.linux.it/~lmasetti/canzonicontrolaguerra/canzone.php?lang=it&id=4580

Abbracci, Ric.