venerdì 23 giugno 2006

Dublino, 1922

Ira 1922 Dublino

Credo - anzi, ne sono convinto - che per le fotografie valga lo stesso principio che Van Gogh sosteneva dovesse valere per la pittura, quando affermava che c'era più mondo dentro un solo ritratto che in tutti i paesaggi e le nature morte messe insieme.
Così, per le foto, come per i dipinti, sembra comandare la regola per cui non appena si popolano di esseri umani, di volti, di posture, acquistano una valenza del tutto altra. Diventano vivi.
Questa foto è fra quelle che, in assoluto, amo. Il fotografo è riuscito a fermare, nel suo scatto, alcuni militanti dell'ira (irish repubblican army) mentre pattugliano le strade di dublino, nel 1922.
Lo sguardo, allora, tende a soffermarsi sui particolari. Avrà qualcosa nella mano nascosta dentro l'impermeabile bianco, l'uomo col fucile all'estrema sinistra? E cosa ci sarà mai dentro quell'involucro - sembrerebbe di carta di giornale - che fuoriesce in parte dalla tasca sinistra dell'uomo al centro dellla foto?
Diventa paradossale considerare la naturalezza con cui si inseriscono nel “paesaggio”.
I passanti, le donne in bicicletta, non appaiono soffrire affatto della loro presenza. Non sono un corpo estraneo. Sono dublino, e sono dublinesi insieme a tutti gli altri dublinesi. Non sono mai stato a dublino!
Non ancora!

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